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del notizia, che due suoi innocenti e miseri figli erano stati trucidati dall’inumano loro zio. L’afflizione del padre non fu sospesa, che dalla brama della vendetta. Il vigilante Stilicone già preparavasi a raccogliere le forze militari e marittime dell’Impero Occidentale; ed avea risoluto, qualora il tiranno facesse un’eguale e dubbiosa guerra, di marciare contro di esso in persona; ma siccome l’Italia esigeva la sua presenza, e poteva esser pericoloso l’indebolir la difesa della frontiera, giudicò miglior consiglio, che Mascezel s’assumesse questa difficile impresa alla testa di uno scelto corpo di veterani Galli, che avevan ultimamente servito sotto le bandiere d’Eugenio. Tali truppe, che furono esortate a convincere il Mondo, ch’esse potevano rovesciare ugualmente, che difendere il trono di un usurpatore, eran composte delle legioni Gioviane, Augustane ed Erculee; degli Ausiliarj Nerviani, dei soldati, che nei loro stendardi portavano il simbolo di un Leone, e delle truppe, che si distinguevano coi ben augurati nomi di Fortunata e d’Invincibile. Pure tal era la tenuità dei loro battaglioni, o la difficoltà di reclutare, che questi sette corpi1 di alta reputazione e dignità nella milizia Romana, non montavano a più di cinquemila uomini effettivi2. La flotta delle

  1. Claudian. Bell. Gild. 415, 423. Il cangiamento della disciplina indifferentemente gli permetteva d’usare i nomi di Legione, di Coorte, di Manipolo. Vedi Not. Imper. l. 38. 40.
  2. Orosio (l. VII. c. 36. p. 563) aggiugne a questo racconto un’espressione di dubbio (ut ajunt) e ciò difficilmente si combina quella di Δυναμεις αδρας numerose forze, di Zosimo (l. V. p. 303). Pure Claudiano dopo qualche declamazione intorno ai soldati di Cadmo, francamente confessa, che Stilicone mandò un piccolo esercito, per timore che il ribello fuggisse; ne timere timeas I. Cons. Stilich. l. I. 314.