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408 storia della decadenza

[A. 450] L’Imperator Teodosio non sopravvisse lungamente alla più umiliante circostanza d’una vita priva di gloria. Andando a cavallo a caccia nelle vicinanze di Costantinopoli, fu tratto dal suo cavallo nel fiume Lico; nella caduta restò offesa la spina del dorso; e pochi giorni dopo spirò nel cinquantesimo anno della sua età, e quarantesimo terzo del regno1. Pulcheria, di lui sorella, all’autorità della quale si era opposta sì negli affari civili che negli Ecclesiastici la perniciosa influenza degli Eunuchi, fu di comun consenso proclamata Imperatrice dell’Oriente, ed i Romani si sottoposero per la prima volta all’Impero d’una donna. Appena fu Pulcheria salita sul trono, che soddisfece il pubblico risentimento con un atto di popolar giustizia. L’Eunuco Crisafio, senz’alcuna legal forma di giudizio, fu decapitato avanti le porte della città: e le immense ricchezze, che dal rapace favorito s’erano accumulate, non servirono che ad affrettare e giustificare la sua punizione2. In mezzo alle generali ac-

    tanti sue conseguenze nei frammenti di Prisco p. 37, 38, 39 54, 70, 71, 72. La Cronologia di quell’Istorico non è stabilita da veruna data precisa; ma la serie delle negoziazioni fra Attila e l’Impero Orientale dee porsi dentro i tre o quattro anni, che precederono la morte di Teodosio, seguita nel 450.

  1. Teodoro Lettore (Vedi Vales., Hist. Eccl. Tom. III. p. 563) e la Cronica Pasquale fanno menzione della caduta senza specificare il male; ma la conseguenza di ciò era così facile a vedersi, e tanto improbabile che fosse inventata, che possiamo sicuramente credere a Niceforo Callisto, Greco del decimo quarto secolo.
  2. Pulcheriae nutu (dice il Conte Marcellino) sua cum avaritia interemptus est. Essa abbandonò l’Eunuco alla pia