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di decente aspetto e portamento: la rumorosa turba delle sue guardie Barbare occupa la sala dell’udienza; ma non è permesso loro di stare dentro i veli o le cortine, che tolgono la camera del consiglio agli occhi volgari. Vengono l’uno dopo l’altro introdotti gli ambasciatori delle nazioni. Teodorico ascolta con attenzione, risponde loro con discreta brevità, e secondo la natura degli affari pronunzia, o differisce la decisiva sua risoluzione. Circa le otto ore (all’ora seconda) si alza dal suo trono, e va al tesoro, o alla scuderia. Se gli piace di andare a caccia, o d’esercitarsi a cavallo, un giovane favorito gli porta l’arco; ma quando è trovata la fiera, lo tende con le proprie mani, e rade volte sbaglia il colpo: come Re, sdegna di portar le armi in tale ignobile occupazione; ma come soldato, si vergognerebbe di ricevere da altri alcun servigio militare a cui potesse supplir da se stesso. Ordinariamente il suo pranzo non è diverso da quello de’ privati; ma ogni sabato, sono invitate molte onorevoli persone alla mensa reale, che in queste occasioni viene imbandita coll’eleganza della Grecia, coll’abbondanza della Gallia, e col buon ordine ed esattezza dell’Italia1. I piatti d’oro e d’argento son meno osservabili pel loro peso, che per la lucentezza e pel curioso lavoro: vien soddisfatto il gusto, senza che vi sia bisogno di estraneo e dispendioso lusso; la grandezza ed il numero de’ bicchieri si regola con una rigorosa coerenza alle leggi della temperanza;

  1. Videas ibi elegantiam Graecam, abundantiam Gallicanam, celeritatem Italam, publicam pompam, privatam diligentiam, regiam disciplinam.