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514 storia della decadenza

Popolo e da’ Barbari confederati d’Italia1. La solenne inaugurazione d’Antemio fu seguita dalle nozze della sua figlia col Patrizio Ricimero; fortunato avvenimento, che si risguardò come la più stabile sicurezza dell’unione e della felicità dello Stato. Si ostentò magnificamente la ricchezza de’ due Imperi; e molti Senatori si rovinarono affatto per mascherare con un dispendioso sforzo la lor povertà. Fu sospeso nel tempo di questa festa qualunque affare serio; si chiusero i Tribunali; le strade di Roma, i Teatri, e tutti i luoghi sì pubblici che privati risuonavano di canti nuziali, e di danze; e la Sposa Reale vestita di abiti di seta con una corona in capo fu condotta al palazzo di Ricimero, che aveva cangiato la sua veste militare con quella di Console, e di Senatore. In questa memorabile occasione, Sidonio, la cui vecchia ambizione era andata sì fatalmente a male, comparve in qualità d’Oratore dell’Alvergna fra’ Deputati provinciali, che s’indirizzarono al trono con gratulazioni o querele2. Si approssimavano le calende di Gennaio, ed il venale Poeta, che aveva lodato Avito e stimato Maioriano, fu indotto da’ suoi amici a celebrare in versi eroici la felicità, il merito, il secondo consolato, ed i futuri trionfi dell’Imperatore Antemio. Sidonio pronunziò con sicurezza e con plauso un panegirico, che

  1. Il Poeta celebra di nuovo la concordia di tutti gli ordini dello Stato (15, 22), e la Cronica d’Idazio fa menzione delle truppe, che l’accompagnarono.
  2. Interveni autem nuptiis Patricii Ricimeris, cui filia perennis Augusti in spem publicae securitatis copulabatur. Il viaggio di Sidonio da Lione, e le feste di Roma son descritte con qualche spirito (l. 1. epist. 5. pag. 913. epist. 9, pag. 21).