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più rispettose, ch’era pronto a sottometter la propria persona ed i suoi Stati alla volontà dell’Imperatore ma richiedeva una tregua di cinque giorni per regolare i termini di tal sommissione; e fu generalmente creduto, che la sua segreta liberalità contribuisse al buon successo di questa pubblica negoziazione. In vece di ricusare ostinatamente qualunque indulgenza che il nemico sì ardentemente chiedeva, il colpevole o credulo Basilisco acconsentì alla fatal tregua; e parve che l’imprudente sua sicurezza indicasse ch’egli già si considerava come il conquistatore dell’Affrica. In questo breve intervallo, il vento divenne favorevole a’ disegni di Genserico. Egli equipaggiò le sue più grosse navi da guerra co’ più valorosi fra’ Mori ed i Vandali; e queste si traevan dietro molte grosse barche ripiene di materie combustibili. Nell’oscurità della notte furono spinte quelle distruttive barche contro la flotta de’ Romani, che non avendo alcun sospetto non si guardavano, ma furono svegliati dal sentimento del presente loro pericolo. L’ordine stretto, e la folla, in cui si trovavano, secondò il progresso del fuoco, che si comunicava con rapida irresistibil violenza; ed il romore del vento, lo strepito delle fiamme, le dissonanti grida de’ soldati e de’ marinari, che non potevano nè comandare nè ubbidire, accrebber l’orrore del notturno tumulto. Mentre cercavano di liberarsi delle navi incendiarie, e di salvare almeno una parte della flotta, gli assaltarono le Galere di Genserico con regolare e disciplinato valore, e molti Romani, che fuggivano il furor delle fiamme, furono presi o distrutti da’ Vandali vittoriosi. Fra gli avvenimenti di quella disastrosa notte, l’eroico, o piuttosto disperato coraggio di Giovanni, uno de’ principali ufiziali di Basilisco, ha tolto il suo nome dall’obbli-