Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/532

Da Wikisource.
526 storia della decadenza

ritirò salvo e vittorioso dentro le mura di Clermont. La carità uguagliava il coraggio di esso: in tempo di un’estrema carestia si nutrivano a sue spese quattromila poveri; e di privata sua autorità levò un esercito di Borgognoni per liberare l’Alvergna. Solo dalle sue virtù i fedeli cittadini della Gallia traevano qualche speranza di salute o di libertà; ed eziandio tali virtù non furono sufficienti ad impedire l’imminente rovina della lor patria, poichè essi erano ansiosi d’apprendere dall’autorità ed esempio di lui, se dovevan preferire l’esilio o la servitù1. Si era perduta la fiducia nella pubblica forza; erano esausti i mezzi dello Stato; ed i Galli avevan pur troppo ragione di credere, che Antemio, che regnava in Italia, fosse incapace di difendere gli angustiati suoi sudditi di là dalle alpi. Non potè il debole Imperatore procurare per difesa loro, che l’opera di dodicimila ausiliari Britanni. Riotamo, uno degl’indipendenti Re, o Capitani dell’Isola, fu indotto a trasferir le sue truppe nel continente della Gallia; ei rimontò la Loira, e piantò il suo quartiere nel Berry, dove il Popolo si dolse di questi gravosi alleati; finattantochè non furono distrutti o dispersi dalle armi de’ Visigoti2.

  1. Si nullae a Republica vires, nulla praesidia, si nullae, quantum rumor est, Anthemii Principis opes, statuit te auctore nobilitas seu patriam dimittere, seu capillos (Sidonio l. II. ep. 1. p. 33). Le ultime parole (Sirmondo not. p. 25) possono ugualmente indicare la tonsura clericale, che in fatti fu scelta da Sidonio medesimo.
  2. Può trovarsi l’istoria di questi Brettoni presso Giornandes (c. 45. p. 678), Sidonio (l. III. ep. 9, p. 73, 74), Gregorio di Tours (l. II. c. 18, in Tom. II. p. 170), Sidonio (che appella questi mercenari soldati argutos, armatos,