Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/137

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dell'impero romano cap. xxxviii. 131

ziosi in quell’abbondanza, che potete desiderare. Io vi confermo la mia promessa: vi do in preda il Popolo e la sua ricchezza; e voi potrete a vostro piacere trasportar tutto nel vostro paese.„ Mediante l’esecuzione di questa promessa, Teodorico perdè giustamente la fedeltà d’un Popolo ch’ei condannò alla distruzione. Le sue truppe, rinforzate da’ più feroci Barbari della Germania1, sparsero la desolazione sulla fruttifera faccia dell’Alvergna; e solo due Piazze, un forte castello, ed un santuario furon salvati o redenti dal licenzioso loro furore. La Fortezza di Meroliac2 era posta sopra un’alta rupe, che s’innalzava cento piedi sulla superficie del piano; ed erano incluse dentro il ricinto delle sue fortificazioni, una gran conserva d’acqua fresca, ed alcune terre coltivabili. I Franchi risguardavano con invidia e disperazione quella insuperabil Fortezza: ma sorpresero una truppa di cinquanta soldati dispersi, e siccome erano oppressi dal numero de’ loro schiavi, fissarono l’alternativa della vita ad un piccolo prezzo, o della morte per queste miserabili vittime, che i crudeli Barbari eran pronti a scannare, se la guarnigione ricusava di

  1. Furorem gentium, quae de ulteriore Rheni amnis parte venerant, superare non poterat (Gregor. Turon. L. IV c. 50 in Tom. II p. 229). Tale fu la scusa d’un altro Re d’Austrasia (an. 475) per le devastazioni, che le sue truppe commisero nelle vicinanze di Parigi.
  2. Dal nome e dalla situazione, i Benedettini, editori di Gregorio di Tours (in Tom. II p. 192) hanno stabilito questa Fortezza in un luogo chiamato Castel Merliac, lontano da Mauriac due miglia, nell’Alvergna superiore. In tale descrizione io traduco infra come se dicesse intra. Si confondono perpetuamente queste due preposizioni da Gregorio, o da’ suoi copisti; e sempre bisogna decidere a senso.