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134 storia della decadenza

di polli, sarebbero stati soddisfatti i suoi desiderj. Il padrone, che già aspirava al merito d’una elegante ospitalità, si prese come sua la lode che i voraci commensali concordemente diedero al suo cuoco; ed il destro Leone insensibilmente acquistò la confidenza, ed il maneggio della famiglia. Dopo aver pazientemente aspettato un intiero anno, ei disse cautamente ad Attalo il suo disegno, e l’esortò a prepararsi alla fuga nella seguente notte. Le intemperanti persone, convitate a cena, uscirono quella sera a mezza notte da tavola; ed il genero del Franco, che Leone servì al suo appartamento con una bevanda notturna, andava scherzando sulla facilità, con cui poteva esso tradire la sua fede. L’intrepido schiavo, dopo aver sostenuta questa pericolosa celia, entrò nella camera del suo padrone; ne tolse la lancia e lo scudo; trasse tacitamente i più veloci cavalli dalla stalla; aprì le pesanti porte, ed eccitò Attalo a salvare con pronta diligenza la propria vita e libertà. I loro timori gli mossero a lasciare i cavalli sulle rive della Mosa1; passarono il fiume a nuoto, andaron vagando tre giorni per la vicina foresta; e sussisterono solo per l’accidentale scoperta che fecero d’un susino salvatico. Mentre stavan nascosti in un oscuro bosco, udiron lo strepito de’ cavalli; furono spaventati dal truce aspetto del loro padrone; e con orrore sentirono la sua dichiarazione, che se poteva prendere i rei fuggitivi, voleva tagliarne uno a pezzi con la sua spada, ed espor l’altro

  1. Poichè il Valois, ed il Ruinart han voluto cangiare la Mosella del testo nella Mosa, a me tocca d’approvare tal cangiamento. Pure avendo fatto qualche osservazione sulla topografia, potrei difendere la comune lezione.