Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/151

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dell'impero romano cap. xxxviii. 145

i conquistatori, appoco appoco rinunziando all’idioma Teutonico, si sottomisero al freno dell’equità, ed esaltarono i Romani alla partecipazione della libertà. Si accrebbe il merito di quella imparziale politica dalla situazion della Spagna sotto il regno de’ Visigoti. V’era una gran separazione fra’ Provinciali, e gli Arriani loro Signori per l’irreconciliabile differenza della religione: e dopo che la conversione di Recaredo ebbe tolto i pregiudizi de’ Cattolici, le coste, sì dell’Oceano che del Mediterraneo, erano tuttavia in potere degl’Imperatori Orientali, che segretamente incitavano un Popolo malcontento a scuotere il giogo dei Barbari, ed a sostenere il nome e la dignità di Cittadini Romani. La fedeltà, in vero, di sudditi dubbiosi è molto efficacemente assicurata dalla propria persuasione d’arrischiare nella rivolta più di quel che essi possan ottenere da una rivoluzione; ma sembra, così naturale d’opprimere quelli che odiamo e temiamo, che un sistema contrario merita bene la lode di saviezza e moderazione1.

Mentre si stabilivano i Regni de’ Franchi e de’ Visigoti nella Gallia e nella Spagna, i Sassoni fecero la conquista della Brettagna, che formava la terza gran diocesi della Prefettura dell’Occidente. Poichè

  1. Il Codice de’ Visigoti regolarmente diviso in dodici libri, è stato correttamente pubblicato da Domenico Bouquet (in Tom. IV p. 273, 460). Esso fu trattato dal presidente di Montesquieu (Espr. des Loix l. XXVIII c. 1) con eccessivo rigore. Mi dispiace lo stile di esso; ne detesto la superstizione; ma ardisco di credere, che la Giurisprudenza civile dimostra uno stato di società più incivilito ed illuminato, che quello de’ Borgognoni e anche de’ Lombardi.