Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/171

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dell'impero romano cap. xxxviii. 165

vano ne’ respettivi loro distretti le case del Re, dei Nobili e de’ Plebei, e la pubblica povertà, quasi esausta dal Clero, era oppressa dalle importune domande de’ Bardi. Si fissava il grado ed il merito loro per mezzo di solenni esperimenti, e la forte credenza d’una ispirazione soprannaturale esaltava la fantasia del poeta, e della sua udienza1. Gli ultimi nascondigli della libertà Celtica, vale a dire i territori più remoti della Gallia e della Brettagna, eran meno adattati alla coltivazione, che alla pastura: la ricchezza de’ Brettoni consisteva ne’ loro greggi ed armenti; il latte e la carne erano l’ordinario lor cibo; ed il pane talvolta era stimato, o rigettato, come un lusso straniero. La libertà avea popolato le montagne di Galles e le paludi dell’Armorica; ma la popolazione loro si è maliziosamente attribuita alla libera pratica della poligamia; ed è stato supposto, che le case di questi licenziosi Barbari contenessero dieci mogli, e forse cinquanta figli2. Essi erano d’indole impetuosa, e collerica, audaci nelle azioni e nelle parole3; e sic-

  1. Il giro di Pennant in Galles (p. 426, 449) mi ha somministrato un curioso ed interessante ragguaglio de’ Bardi di Galles. Nell’anno 1568 fu tenuta una sessione a Caerwys per ispecial comando della Regina Elisabetta, e furono conferiti regolarmente i gradi nella musica vocale ed istrumentale a cinquantacinque suonatori. Il premio (ch’era un’arpa d’argento) fu aggiudicato dalla famiglia Mostyn.
  2. Regio longe lateque diffusa, milite, magis quam credibile sit, referta. Partibus equidem in illis miles unus quinquaginta generat, sortitus more barbaro denas, aut amplius uxores. Questo rimprovero di Guglielmo di Poitiers (negli Storici di Francia Tom. XI. p. 88) vien contraddetto dagli Editori Benedettini.
  3. Giraldo Cambrense ristringe questo dono d’ardita e