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16 storia della decadenza

insinuavano nelle nobili ed opulente famiglie, ed impiegavano le speciose arti dell’adulazione, e della seduzione per assicurarsi que’ proseliti, che potevano apportar dignità, o ricchezze alla professione monastica. Lo sdegnato padre piangeva la perdita d’un figlio forse unico1 la credula fanciulla era indotta dalla vanità a violare le leggi della natura; e la Matrona aspirava ad un’immaginaria perfezione, rinunziando alle virtù della vita domestica. Paola cedè alla persuasiva eloquenza di Girolamo2; ed il titolo profano di Suocera di Dio3 tentò quell’illustre vedova a consacrar la verginità d’Eustochia, sua figlia. Per consiglio ed in compagnia della spirituale sua guida, Paola abbandonò Roma, ed il suo piccolo figlio; si ritirò al santo villaggio di Betlemme: fondò un ospedale, e quattro Monasteri; ed acquistò, mediante la sua penitenza ed elemosine, un eminente e cospicuo posto nella Chiesa Cattolica. Tali rari ed illustri penitenti venivano celebrati come la gloria, e l’esempio del loro

  1. Il D. Middleton (Vol. I. p. 110) grandemente censura la condotta, e gli scritti del Grisostomo, uno de’ più eloquenti, ed efficaci avvocati della vita monastica.
  2. Le devote femmine di Girolamo occupano una parte assai considerabile de’ suoi scritti: il trattato particolare, che ei chiama Epitaffio di Paola (Tom. 1. p. 169, 192) è uno elaborato, e stravagante panegirico. L’esordio di esso è di una ridicola turgidezza: „se tutte le membra del mio corpo si mutassero in lingue, e se tutte risuonassero di voce umana, io ciò nonostante sarei incapace ec.„
  3. Socrus Dei esse coepisti (Girol. Tom. I. p. 140, ad Eustoch. Ruffino (in Hieronym. Op. Tom. IV. p. 223), che ne fu giustamente scandalizzato, domanda al suo avversario, da qual Pagano poeta avesse preso un’espressione sì empia, ed assurda?