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282 storia della decadenza

vendetta profondevano il sangue degl’innocenti, erano contaminate le Chiese e gli altari da atroci omicidj, e solevan vantarsi quegli assassini, che avevano la destrezza di far sempre una ferita mortale ad ogni colpo delle loro armi. La dissoluta gioventù di Costantinopoli adottò l’azzura insegna del disordine; tacevan le leggi, ed erano rilassati i legami della Società: i creditori venivan costretti a consegnar le loro obbligazioni; i giudici a rivocare le loro sentenze; i padroni a manomettere i loro schiavi; i padri a supplire alle stravaganze de’ figli; le nobili matrone eran prostituite alla libidine dei loro servi; i bei garzoni erano strappati dalle braccia dei lor genitori, e le mogli, a meno che non preferissero una morte volontaria, venivano stuprate alla presenza de’ loro mariti1. La disperazione de’ Verdi, ch’erano perseguitati dai loro nemici, ed abbandonati da’ Magistrati, s’arrogò il diritto della difesa, e forse della rappresaglia; ma quelli, che sopravvivevano al combattimento, eran tratti al supplizio, e gl’infelici fuggitivi, rifuggendosi ne’ boschi e nelle caverne, infierivano senza misericordia contro la società, da cui erano stati cacciati. Que’ Ministri dei Tribunali, che avevano il coraggio di punire i delitti, e di non curar lo sdegno degli Azzurri, divenivano le vittime dell’indiscreto loro zelo: un Prefetto di Costantinopoli fuggì per asilo al santo Sepolcro, un Conte dell’Oriente fu ignominiosamente frustato, ed un Go-

  1. Una donna (dice Procopio) ch’era stata afferrata, e quasi violata da una truppa di Azzurri, si gettò nel Bosforo. I Vescovi della seconda Siria (Aleman. p. 26) deplorano tal suicidio, la colpa o la gloria della femminil castità, e nominano l’Eroina.