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dell'impero romano cap. xl. 291

terraneo, e le rive del Nilo i raffinamenti dell’arte umana dall’antica Troia fino a Tebe d’Egitto. Abramo1 aveva tratto sollievo dall’abbondanza ben nota dell’Egitto; il medesimo piccolo e popolato tratto di paese era tuttavia capace di somministrare ogni anno dugento sessantamila sacca di grano per uso di Costantinopoli2, e la Capitale di Giustiniano riceveva le manifatture di Sidone, quindici secoli dopo ch’eransi le medesime rese celebri per i Poemi d’Omero3. Le annue forze della vegetazione in vece di restar esauste da duemila raccolte, si rinnovavano ed invigorivano per mezzo della buona cultura, del ricco ingrasso e dell’opportuno riposo. Le razze degli animali domestici s’erano infinitamente moltiplicate. Le piantagioni, le fabbriche e gl’istrumenti di lavoro e di lusso, che son più durevoli che la vita umana, s’erano accumulate per le cure di più successive generazioni. La tradizione conservava, e l’esperienza

  1. Vedi il Libro della Genesi (XII, 10) e l’amministrazione di Giuseppe. Gli annali de’ Greci convengono con quelli degli Ebrei, quanto all’antichità delle arti, e dell’abbondanza d’Egitto: ma quest’antichità suppone una lunga serie di progressi: e Warburton, ch’è quasi oppresso dalla Cronologia Ebrea, ricorre alla Samaritana (Divin. Legat. Tom. III p. 29 ec.)
  2. Otto milioni di modj Romani, oltre una contribuzione di 80,000 aurei per le spese del trasporto per mare, da cui furono i sudditi graziosamente liberati. Vedi l’Editto XIII di Giustiniano; i numeri sono determinati e verificati dall’accordo de’ Testi Greco e Latino.
  3. Iliad, VI, 289. Quei veli di vari colori, πεπλοι παμποικιλοι eran opere delle donne Sidonie. Ma questo passo fa più onore alle manifatture che alla navigazione della Fenicia, donde s’erano trasportate a Troia in navi Frigie.