Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/308

Da Wikisource.
302 storia della decadenza

viaggio arrivarono a Costantinopoli, comunicarono il loro progetto all’Imperatore, e furono generosamente incoraggiati da’ doni, e dalle promesse di Giustiniano. Gl’Istorici di questo Principe han creduto che una campagna al piè del monte Caucaso meritasse una più minuta relazione, che il lavoro di questi Missionari di commercio, i quali tornarono alla China, ingannarono quel Popolo geloso nascondendo il seme de’ bachi da seta in una canna vuota, e vennero di nuovo trionfanti con le spoglie dell’Oriente. Sotto la lor direzione, alla stagione opportuna, si fecero dal seme coll’artificial calore del letame nascere i bachi; furon questi nutriti con foglie di gelso; essi vissero e fecero il loro lavoro in un clima straniero; si conservò un sufficiente numero di farfalle per propagarne la specie; e si piantaron degli alberi, atti a somministrare il cibo alle future generazioni. L’esperienza, e la riflessione corressero gli errori d’una nuova intrapresa, e gli Ambasciatori Sogdoiti, nel Regno seguente, confessarono, che i Romani nell’educazion degl’insetti, e ne’ lavori di seta1 non erano inferiori a’ nativi Chinesi; nel che sì la China che Costantinopoli furono vinte dall’industria dell’Europa moderna. Io non nego i vantaggi del lusso elegante; ma rifletto con qualche pena, che se i trasportatori della seta avessero introdotto l’arte della stampa già in uso presso

  1. Procopio (L. VIII Gothic. IV c. 17), Teofane Bizantin. (ap. Phot. Cod. LXXXIV p. 38), Zonara (T. II l. XIV p. 69). Il Pagi, (Tom. II p. 602) pone all’anno 552 questo memorabil trasporto. Menandro (in Excerpt. Leg. p. 107) riferisce l’ammirazione de’ Sogdoiti: e Teofilatto Simocatta (L. VII c. 9) oscuramente presenta i due regni rivali nella China, Paese della seta.