Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/329

Da Wikisource.

dell'impero romano cap. xl. 323

appoco divenne famigliare alle orecchie cristiane, fu posto nel recinto orientale, essendo stato elegantemente fatto in forma di mezzo cilindro; e questa Tribuna comunicava per mezzo di varie porte con la sagrestia, col vestiario, col battistero, e con le altre contigue fabbriche, le quali servivano o alla pompa del culto, o all’uso privato de’ Ministri ecclesiastici. La memoria delle passate calamità fece prendere a Giustiniano la saggia risoluzione di non ammettere nel nuovo Edifizio alcuna sorte di legno, a riserva delle porte; e nella scelta de materiali s’ebbe riguardo alla stabilità, alla sveltezza, ed allo splendore delle respettive lor parti. Que’ solidi pilastri, che sostenevan la cupola, furon composti di grossi pezzi di pietra viva, tagliata in quadrati e triangoli, fortificati con cerchi di ferro, e fortemente uniti insieme per mezzo del piombo e della viva calce. Ma si procurò di scemare il peso della cupola medesima mediante la leggierezza della materia, che fu o di pomice che galleggia sull’acqua, o di mattoni dell’Isola di Rodi, cinque volte meno gravi degli ordinari. Tutta la sostanza dell’Edifizio fu costruita di terra cotta, ma quelle basi materiali eran coperte da una crosta di marmo; e l’interno di S. Sofia, la cupola, le due maggiori e le sei minori semicupole, le muraglie, le cento colonne, ed il pavimento dilettano anche gli occhi de’ Barbari con una ricca e variata pittura. Un Poeta1, che vide il primitivo lustro di

  1. Paolo Silenziario in oscuro e poetico stile descrive la varie pietre e marmi, che s’impiegarono nell’edifizio di S. Sofia (P. II p. 129, 133 ec.), vale a dire, l. Il Caristio pallido con vene di ferro: 2. il Frigio di due sorti ambedue color di rosa, uno con ombreggiature bianche, l’altro purpuree con fiori d’argento: 3. il Porfido d’Egitto con