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336 storia della decadenza

per l’Ippodromo; si trapiantò nella Tracia una colonia de’ loro giovani, ed il restante del Popolo si sottopose al Governo Romano. Passarono però alcune generazioni prima che i loro animi si adattassero alla schiavitù. I popolati villaggi del monte Tauro eran pieni di soldati a cavallo e di arcieri; essi resistevano in vero all’imposizion de’ tributi, ma somministravano reclute agli eserciti di Giustiniano, ed i suoi Magistrati Civili, come il Proconsole di Cappadocia, il Conte d’Isauria, ed i Pretori di Licaonia e di Pisidia, eran forniti di forza militare per frenare la licenziosa pratica delle rapine e degli assassini1. Se diamo un’occhiata dal Tropico fino alla bocca del Tanai, potremo da una parte osservare le precauzioni di Giustiniano per reprimere i selvaggi dell’Etiopia2, e dall’altra le lunghe muraglie, ch’ei costruì nella Crimea per difesa de’ Goti suoi amici, che formavano una colonia di tremila pastori e guerrieri3.

  1. Fortes ea regios (dice Giustiniano) viros habet, nec in ullo differt ab Isauria, quantunque Procopio (Persic. l. 1 c. 18) noti un’essenzial differenza nel militare loro carattere: ne’ più antichi tempi però i Licaonj ed i Pisidj avevan difeso la lor libertà contro il gran Re (Senofonte Anabas. l. III c. 2). Giustiniano si serve d’una falsa e ridicola erudizione dell’antico Impero de’ Pisidj e di Licaone, il quale dopo aver visitato Roma (lungo tempo avanti Enea) diede il nome e la popolazione alla Licaonia (Nov. 24, 25, 27, 30).
  2. Vedi Procopio Persic. l. 1 c. 19. L’Altare della concordia nazionale, dove si facevano gli annui sacrifizi e giuramenti, che Diocleziano aveva eretto nell’Isola d’Elefantina, fu demolito da Giustiniano con minor politica che zelo.
  3. Procopio de Aedif. l. III c. 7 Hist. l. VIII c. 3, 4.