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il padre, aspettò pazientemente l’ora della sua morte. In vece di condannarne la memoria, piamente suppose, che il Monarca morendo avesse abiurato gli errori dell’Arrianismo, e raccomandato al figlio la conversione della nazione Gotica. Per ottenere questo fine salutare, convocò Recaredo un’assemblea del Clero o de’ nobili Arriani, si dichiarò Cattolico, e gli esortò ad imitar l’esempio del loro Principe. Una laboriosa interpretazione di testi dubbiosi, o una curiosa serie di argomenti metafisici avrebb’eccitata una controversia senza fine; ed il Monarca prudentemente propose all’ignorante sua udienza due sostanziali e visibili prove, cioè la testimonianza della terra, e del cielo. La Terra s’era sottomessa al Sinodo Niceno: i Romani, i Barbari e gli abitanti della Spagna concordemente professavano la stessa fede ortodossa; ed i Visigoti erano quasi soli a resistere al consenso del Mondo cristiano. Un secolo superstizioso era disposto a venerare come testimonianza del Cielo le cure soprannaturali, che si facevano per l’abilità o virtù del clero cattolico: i fonti Battesimali d’Osset nella Betica1, che spontaneamente ogni anno si riempivano d’acqua la vigilia di Pasqua2; e le mira-

  1. Osset, o Giulia Costanza, era in faccia a Siviglia nella parte settentrionale della Betica (Plin. Hist. nat. III) ed il ragguaglio autentico di Gregorio di Tours (Hist. francor. L. VI 43. p. 288) merita più fede, che il nome di Lusitania (de Glor. Martyr. c. 24), che ardentemente fu abbracciato dal vano e superstizioso Portoghese (Ferreras, Hist. d’Espagne Tom. II. p. 166).
  2. Si fece questo miracolo con molta abilità: un Re Arriano sigillò le porte, e scavò una profonda fossa intorno alla Chiesa, senza potere impedire la copia dell’acqua Battesimale nella Pasqua.