Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/82

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76 storia della decadenza

narchia della Spagna e della Gallia. Arles e Marsiglia si arresero alle sue armi, egli oppresse la libertà dell’Alvergna; ed il Vescovo d’essa condiscese a comprare il proprio richiamo dall’esilio con un tributo di giusta ma involontaria lode. Sidonio stava alle porte del palazzo in mezzo ad una folla di ambasciatori e di supplichevoli; ed i vari loro negozi alla Corte di Bordeaux dimostravano la potenza e la fama del Re de’ Visigoti. Gli Eruli del distante Oceano, che tingevano i nudi lor corpi con cerulei colori, ne implorarono la protezione; ed i Sassoni rispettarono le marittime Province d’un Principe, privo di forze navali. Gli alti Borgognoni si sottoposero alla sua autorità; nè restituì gli schiavi Franchi, finattantochè non ebbe ridotto quella fiera nazione a termini d’una pace disuguale. I Vandali dell’Affrica coltivavano la sua vantaggiosa amicizia; e gli Ostrogoti della Pannonia erano sostenuti dal potente suo aiuto contro l’oppressione dei vicini Unni. Il Nord (tali sono le superbe espressioni del Poeta) era agitato e posto in calma dal cenno di Enrico; il gran Re della Persia consultò l’oracolo dell’Occidente; ed il vecchio Dio del Tevere fu protetto dal crescente Genio della Garonna1. La fortuna delle nazioni spesso dipende dagli accidenti, e la Francia può attribuire la sua grandezza all’immatura morte del Re Goto, in un tempo in cui Alarico, suo figlio, era un’innocente fanciullo, e Clodoveo2, suo nemico, un ambizioso e prode garzone.

  1. Sidonio L. VIII. Epist. 3, 9. in Tom. I. p. 800. Giornandes (de Reb. Getic. c. 47. p. 680) giustifica in qualche modo questo ritratto dell’eroe Goto.
  2. Io fo uso del nome famigliare di Clovis, Clodoveo,