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14 storia della decadenza

esse l’amicizia, o per meglio dire i donativi dell’Imperatore, e la distinzione che la natura ha stabilito „fra il cane fedele ed il lupo rapace„ veniva applicata da un ambasciatore, il quale non avea ricevuto che verbali istruzioni dal rozzo suo principe1. I Bulgari di ogni specie si sentivano egualmente allettati dall’opulenza romana: essi arrogavansi una vaga dominazione sopra quanti portavano il nome di Schiavoni, e la rapida lor marcia non potè esser frenata che dal Mar Baltico o dall’eccesso del freddo e dalla povertà del Settentrione. Ma pare che la stessa razza di Schiavoni abbia tenuto, in ogni tempo, il possesso delle stesse contrade. Le numerose loro tribù, benchè distanti o nemiche, usavano un linguaggio comune, che era un aspro ed irregolare idioma, e si facevano conoscere per la somiglianza della loro figura, che si discostava dall’abbronzato Tartaro, e si avvicinava, in qualche distanza, all’alta statura ed alla bella carnagione del Germano. Quattromila seicento loro villaggi2 erano sparsi per le province della Russia e della Polonia, e le capanne loro venivano in fretta fabbricate di legno rozzamente tagliato, in un paese mancante di pietra e di ferro. Innalzate queste, o per

  1. Procopio (Goth. l. 4 c. 19). Quest’imbasciata verbale (egli confessa da se di essere un Barbaro senza lettere) vien riportata in forma di una lettera. Selvaggio n’è lo stile, pieno di figure ed originale.
  2. Risulta questa somma da una lista particolare, che trovasi in un curioso frammento manoscritto del 550, che sussiste nella Biblioteca di Milano. L’oscura geografia di quei tempi eccita ed esercita la pazienza del conte di Buat (t. xi p. 69-189). Il ministro francese spesso perdesi in un deserto che richiede una guida Sassone o Polacca.