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272 storia della decadenza

menti costituzionali, essi vennero scelti in egual numero dal senato, dall’ordine equestre e dal popolo: se ne assegnavano quattrocentocinquanta per ogni questione, e sì differenti ruoli o decurie di giudici dovevano contenere i nomi di più migliaia di Romani, che rappresentavano la giudiciale autorità dello Stato. In ogni causa particolare, se ne traeva un numero sufficiente dall’urna, un giuramento ne affermava l’integrità; il modo di dire i suffragj ne assicurava l’indipendenza; il sospetto di parzialità era tolto dal reciproco diritto di ricusare che aveano l’accusato e l’accusatore; ed i giudici di Milone, colla rimozione di quindici per parte, furono ridotti a cinquanta ed una voce o tavoletta di assoluzione, di condanna o di presunzione favorevole1. III. Il pretore della città, nella sua giurisdizione civile, era veramente un giudice, e quasi un legislatore; ma tosto ch’egli avea prescritto l’azione della legge, spesso si riferiva a un delegato per la determinazione del fatto. Col crescere dei processi legali, il tribunale de’ centumviri, a cui egli presiedeva, crebbe in riputazione ed in autorità. Ma sia ch’egli agisse solo, ovvero col parere del suo consiglio, si potevano affidare i più assoluti poteri ad un magistrato che ogni anno veniva scelto dalle

    tura, od una professione, ma le leggi della Gran Brettagna esigono particolarmente l’unanimità dei voti: esse espongono i giurati ad una sorta di tortura da cui hanno liberato i rei.

  1. Siamo debitori di questo fatto interessante ad un frammento d’Asconio Pediano che vivea mentre regnava Tiberio. La perdita che si è fatta de’ suoi Comentarii sulle Orazioni di Cicerone, ci ha tolto un fondo prezioso di cognizioni storiche o relative alle leggi.