Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VIII.djvu/33

Da Wikisource.

dell'impero romano cap. xlii. 29

to dei Turchi non s’era punto ammorzato dall’immensa distanza che schermiva gli Avari dalle armi loro. I loro ambasciatori inseguirono le orme dei vinti al Giaik, al Volga, al monte Caucaso, all’Eussino, ed a Costantinopoli, e finalmente comparvero dinanzi al successore di Costantino, a chiedere che egli non volesse sposare la causa di gente ribelle e fuggitiva. Anche il commercio ebbe qualche parte in questa osservabile negoziazione: ed i Sogdoiti, i quali erano allora tributarj dei Turchi, abbracciarono la bella occasione di aprire, pel Nord del mar Caspio, una nuova strada che servisse a trasportare la seta della China nell’Impero di Roma. I Persiani che preferivano la navigazione di Ceilan, avevano ditenuto le carovane di Bochara e di Samarcanda: la seta che esse portavano, era stata dispettosamente arsa: alcuni ambasciatori turchi morirono in Persia non senza sospetto di veleno; ed il Gran Can permise al fedele suo vassallo Maniaco, principe dei Sogdoiti, di proporre alla Corte di Bisanzio un trattato di alleanza contro i loro comuni nemici. Gli splendidi lor vestimenti ed i ricchi regali, frutto del lusso orientale, distinguevano Maniaco ed i suoi colleghi, dai rozzi selvaggi del Settentrione: le lettere loro, scritte nel linguaggio e nel carattere della Scizia, denotavano un popolo il quale era pervenuto ai rudimenti del sapere1: essi anno-

  1. I Russi hanno scoperto caratteri, rozzi geroglifici, lungo le rive dell’Irtish e del Genissì, intagliati sopra medaglie, tombe, idoli, rocce, obelischi, ecc. (Strahlenberg, Storia della Siberia, p. 324, 346, 406, 429). Il D. Hide (de Religione veterum Persarum, p. 521 ecc.) ha pubblicato due alfabeti del Tibet e degli Eigori. Io sono, da lungo tempo, in sospetto che tutto il sapere degli Sciti, ed un poco e forse assai del sapere Indiano, sia derivato dai Greci della Battriana.