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44 storia della decadenza

venne blandita da una larga porzione delle spoglie di Cartagine, che i suoi ambasciatori richiesero quasi motteggiando e adducendo i pretesti dell’amicizia1. Ma i trofei di Belisario disturbarono i sonni del Gran Re; ed egli udì con istupore, con invidia e con tema, che la Sicilia, l’Italia e Roma stessa in tre rapide campagne erano state ridotte all’obbedienza di Giustiniano. Non avvezzo all’arte di rompere i trattati, egli segretamente suscitò il suo animoso e scaltro vassallo Almondaro. Questo Principe de’ Saraceni, che tenea la sua sede in Hira2, non era stato compreso nella pace generale, e continuava a sostenere un’oscura guerra contro il suo rivale Areta, Capo della tribù di Gassan, e confederato dell’Impero. Uno spazioso pascolo nel deserto a mezzo giorno di Palmira, era il soggetto della loro contesa. I diritti di Almondaro parevano attestati da un tributo per la licenza di pascolare, pagato da immemorabile età, nel mentre che il Gassanita allegava il nome di strata, via selciata, come inevitabil prova della sovranità e dell’opera dei Romani3. I due monarchi proteggevano la causa de’ loro rispettivi vassalli; l’Arabo Persiano, senz’aspettare

  1. Procopio, Persic. l. 1 c. 26.
  2. Almondar, re di Hira, fu deposto da Kobad e ristabilito sul trono da Nushirvan. La madre di lui, per la sua bellezza, fu soprannominata l’Acqua celeste, nome che divenne ereditario, e fu esteso per una più nobil cagione (la liberalità in tempo di carestia) ai principi Arabi della Siria. Pocock, Specimen Hist. Arab. p. 69, 70.
  3. Procopio, Persic. l. 11 c. 1. Non conosciamo l’origine e l’oggetto di questo strata, via selciata di dieci giornate di viaggio da Auranite a Babilonia (Vedi una Nota latina nella Carta dell’Impero Orientale di Delisle). Vesseling e Danville non ne fan cenno.