Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/169

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dell'impero romano cap. li. 163

Caled sorvenne ben presto l’impegno della guerra di Sorìa: capitani meno operosi e meno avveduti diressero l’invasione della frontiera di Persia. Respinti furono con gran perdita i Saraceni al passo dell’Eufrate: è bensì vero che punirono l’insolenza de’ Magi, ma fu poi ridotto il rimanente del loro esercito a vagare qua e là nel deserto di Babilonia.

[A. D. 636] Per lo sdegno e pel timore rimasero alquanto tempo sopite le intestine turbolenze de’ Persiani. Fu deposta Arzema loro regina per l’unanime voto dei sacerdoti e de’ nobili: era essa il sesto degli usurpatori surti e scomparsi nello spazio di tre o quattro anni, dopo la morte di Cosroe e la ritratta di Eraclio. Ne fu data la corona a Yezdegerd, nipote di Cosroe, e per la coincidenza d’un periodo astronomico1 è segnata in una guisa memorabile l’e-

    bus vicerunt Muslimi et INFIDELIUM immensa multitudine occisa spolia infinita et innumera sunt nacti (Hist. Saracen., p. 20). L’annalista cristiano si fa lecita bene spesso la parola infedeli, nazionale pe’ Musulmani, la quale risparmia lunghe numerazioni; mi do a credere che non sarò di scandolo a veruno se frequentemente l’imito.

  1. Un ciclo di centovent’anni, nella fine del quale un mese intercalare di trenta giorni equivaleva al nostro anno bisestile, e rintegrava l’anno solare. Nel volgere di millequattrocento quaranta anni, questa intercalazione applicavasi successivamente dal primo al duodecimo mese; ma Hyde e Freret discutono la gran quistione, se dodici, o solamente otto cicli, si compierono prima dell’Era di Yezdegerd, da tutti assegnata al 16 Giugno A. D. 632. Quanto è mai l’ardore degli Europei nel disaminare i punti più rimoti ed oscuri d’antichità! (Hyde, De religione Persarum, c. 14-18, p. 181-211; Freret, Mém. de l’Académie des inscriptions, t. XVI, p. 233-267).