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338 storia della decadenza

inalberò il suo stendardo sulle mura o almeno davanti alle porte di Tours, e di Sens, e corsero i suoi distaccamenti il regno di Borgogna sino alle tanto note città di Lione e Besanzone. La memoria di quelle devastazioni è stata lungamente conservata dalla tradizione, avvegnachè non la perdonava Abderamo nè a paese, nè ad abitanti; e la invasion della Francia, fatta dai Mori e dai Musulmani, ha dato origine a quelle favole, con cui ne’ romanzi di cavalleria hanno guastato sì bizzarramente i fatti, e che dall’Ariosto furono ornate di tinte così brillanti e piacevoli. Nello stato di decadimento in cui giaceano la società e le arti, le città abbandonate dagli abitanti non offerivano ai Saracini che una preda miserabile: il più ricco bottino consistette negli spogli delle chiese e dei monasteri cui diedero al fuoco dopo averli saccheggiati. S. Ilario di Poitiers e San Martino di Tours1, in queste occasioni, dimenticarono quel poter miracoloso che dovea difendere le loro tombe2. Avean corso trionfando i Saracini lo spazio di più di mille miglia dallo scoglio di Gibilterra sino alle rive della Loira; continuando così altrettanto, sarebbero giunti ai confini della Polonia ed ai monti della Scozia: il passaggio del Reno non

  1. Non sempre i Santi fanno miracoli, e possono anche lasciare di farne in causa propria (Nota di N. N.).
  2. Rodrigo Ximenes rimprovera ai Saracini di avere violato il santuario di S. Martino di Tours. Turonis civitatem, ecclesiam et palatia vastatione et incendio simili diruit et consumpsit. Il continuator di Fredegario non rimprovera loro che l’intenzione: ad domum beatissimi Martini evertendam festinant; at Carolus, etc. L’annalista francese era più tenero dell’onore del Santo.