Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/485

Da Wikisource.

dell'impero romano cap. liii. 479

un serpente di mostruosa grandezza1. Ma il settimo e l’ottavo secolo furono un periodo di discordia, e di ignoranza; il fuoco divorò la biblioteca; fu soppresso il collegio, e gli autori dipingono gli Iconoclasti, come i nemici della antichità; di fatto i principi della famiglia d’Eraclio e della dinastia isaurica, si disonorarono coll’ignoranza, e col dispregio salvatico che aveano per le lettere2.

Appare nel nono secolo l’aurora del ritorno delle scienze3. Quando il fanatismo degli Arabi fu calmato, furono solleciti i Califfi di conquistare le arti, piuttosto che le province dell’impero; le cure che posero per accattare cognizioni, ravvivarono la emulazione dei Greci: sciorinarono le polverose lor biblioteche, ed appresero a conoscere ed a premiare i filosofi che non aveano per lo innanzi avuto altro compenso delle lor fatiche, se non il piacere dello studio, e la scoperta della verità. Il Cesare Barda, zio di Michele III, meritò il titolo di generoso pro-

  1. Secondo Malco, questo manoscritto d’Omero fu consunto dalle fiamme ai tempi di Basilico. Può essere stato rinnovato: ma in un budello di serpente! questo pare strano ed incredibile.
  2. L’αλογια irragionevolezza di Zonara, e la αγρια και αμαθια rusticità e ignoranza di Cedreno sono vocaboli energici, che forse conveniano molto bene a quelle due dinastie.
  3. V. Zonara (l. XVI, p. 160 e 161) e Cedreno (p. 549, 550). Leone il filosofo, come il monaco Bacone, fu trattato da Mago nel suo secolo ignorante; fu però minore l’ingiustizia se egli è l’autor degli oracoli più comunemente attribuiti all’imperatore dello stesso nome. Le opere di Leone sulle scienze fisiche stanno manoscritte nella biblioteca di Vienna (Fabricio, Biblioth. graec., t. VI, p. 366: t. XII, p. 781). Quiescant!