Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/49

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dell'impero romano cap. l 43

bica1, e que’ nemici implacabili riceveano con pari fede l’antico Testamento. Amavano gli Arabi di trovare nella Storia de’ patriarchi Ebrei qualche vestigio della propria origine. Festeggiavano la nascita d’Ismaele, e le promesse a lui fatte: riverivano la fede e le virtù d’Abramo; riportavano la sua genealogia e la loro sino alla creazione del primo uomo, e colla stessa credulità2 ammisero i prodigi del sacro testo come i sogni e le tradizioni de’ Rabbini giudaici.

[A. D. 569-609] L’oscura e volgare origine che si attribuì a Maometto è una sciocca calunnia de’ Cristiani3, i quali

  1. Le versioni ebraiche o cristiane che abbiamo della Bibbia sembrano più moderne del Corano, ma dee credersi che s’avessero traduzioni anteriori, 1. per l’uso perpetuo della sinagoga, che spiegava la lezione ebraica con una parafrasi in lingua volgare del paese; 2. per l’analogia delle versioni armena, persiana ed etiopica, espressamente citate da’ Padri del quinto secolo, i quali asseriscono che le scritture erano state tradotte in tutte le lingue de’ Barbari. (Walton, Prolegomena ad Biblia Polyglotta, p. 34, 93, 97; Simon, Hist. crit. du vieux et du nouveau Testament, t. I, p. 180, 181, 282, 286, 293, 305, 306; t. IV, p. 206.)
  2. La credenza che prestarono gli Arabi, prima che Maometto fondasse la sua nuova religione, ai miracoli narrati nella Bibbia, era fondata sopra i motivi di credibilità che avevano i miracoli stessi; non può dunque dirsi credulità. L’Autore poi ha torto dicendo, per le parole di Hottinger, „est une calomnie maladroite des chrétiens„, poichè vi sono anche alcuni altri scrittori cristiani che confessano esser nato Maometto di stirpe nobile. (Nota di N. N.)
  3. In eo conveniunt omnes, ut plebejo vilique genere ortum, etc. (Hottinger, Hist. orient., p. 136). Ma Teofane, il più antico degli storici Greci, e padre di più menzogne, confessa che Maometto era della razza d’Ismaele, εκ μιας γενικωτατης φυλης (Chron. p. 277.) di una famiglia nobilissima.