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biltà1 usciva di una famiglia di sotto-vassalli o vessilliferi della diocesi di Coutances nella bassa Normandia, i quali nel nobile castello di Altavilla abitavano. Tancredi, padre di Guiscardo, segnalato si era alla Corte e nel ducale esercito, cui dovea somministrare dieci soldati o cavalieri. Due maritaggi con donne, che di nobiltà non cedeangli, fecero Tancredi padre di dodici figli, tutti allevati nella casa paterna, e con egual tenerezza amati dalla seconda moglie dello stesso Tancredi. Ma un mediocre patrimonio non bastava a sì numerosa ed intraprendente figliuolanza, per lo che i dodici fratelli, vedendosi imminenti le funeste conseguenze della povertà e della discordia, risolvettero nelle straniere guerre cercar fortuna. Incaricatisi due soli d’essi di mantenere la loro prosapia, e di assistere alla vecchiezza del padre, gli altri dieci si partìan dal castello a mano a mano che l’età virile toccavano; e attraversando le Alpi, i Normanni della Puglia raggiunsero. I primi di questi non secondarono che il proprio valore: i lor buoni successi divennero sprone ai più giovani, onde Guglielmo, Drogone, e Unfredo, l’ultimo di questi maschi, meritarono essere Capi di lor nazione, e della nuova repubblica fondatori. Roberto, il primo dei sette figli, nati dalle seconde nozze, possedea, nè le negavano i suoi nemici medesimi, tutte le qualità di

  1. Il giudizio del Ducange è giusto e moderato: Certe humilis fuit ac tenuis Roberti familia, si ducalem et regium spectemus apicem, ad quem postea pervenit; quae honesta tamen et, prater nobilium vulgarium statum et conditionem, illustris habita est, quae nec humi reperet, nec altum quid tumeret. (Guglielmo di Malmsb. De gest. Anglorum, l. III, p. 107, Not. ad Alexiad., p. 230).