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166 storia della decadenza

fiume, chi a quelle del mare; ma il ponte era stato distrutto, per togliere un varco ai soldati della piazza, se tentavano una sortita; la costa vedeasi cinta di galee veneziane che fecero prova delle lor macchine da guerra in mezzo a questa disordinata moltitudine; la quale sarebbe inevitabilmente perita senza il valore e la condotta ammirabile de’ suoi Capi. I Greci ne descrivono Gaita, moglie di Roberto, come una amazzone e una seconda Pallade, men abile nelle arti, ma non men della dea degli Ateniesi terribile nella guerra1. Benchè ferita da una freccia, rimase sul campo di battaglia, e colle esortazioni e coll’esempio le soldatesche disperse riordinò2; la sua femminile voce venia secondata dalla voce più forte e dal braccio più vigoroso di Guiscardo. Intrepido

  1. Παλλας αλλη και μη Σθηνη un’altra Pallade, ma non Minerva. Il presidente Cousin (Hist. de Constantinople, t. IV, p. 131, in 12) ha tradotto molto aggiustatamente che combattea come una Pallade, benchè non dotta al pari di quella della Grecia. I Greci aveano composti gli attributi delle loro divinità di due caratteri poco fatti per accoppiarsi, quello di Neith, l’artigiana di Sais nell’Egitto, e quello di una vergine amazzone del lago Tritonio nella Libia (Banier, Mythologie, t. IV, p. 1-31, in 12).
  2. Anna Comnena (lib. IV, p. 116) ammira con una specie di terrore le maschili virtù di una tal donna. Queste erano più famigliari alle Latine, e benchè il Pugliese (lib. IV, p. 273) faccia menzione della presenza e della ferita della moglie di Guiscardo, affievolisce l’idea della sua intrepidezza:

    Uxor in hoc bello Roberti forte sagitta
    Quadam laesa fuit: quo vulnere TERRITA nullam
    Dum sperabat opem, se poene SUBEGERAT hosti.

    Il vocabolo subegerat non è felice che trattandosi di una donna prigioniera.