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plinati del pari, cedettero con viltà le piazze alla lor difesa commesse.

Non si pensò più d’un giorno alla perdita di una sì importante frontiera, perchè i Cattolici nè sorpresi, nè afflitti furono, in veggendo un popolo tanto infetto degli errori di Nestorio e di Eutichio, che Cristo e la Madre sua abbandonavano nelle mani degl’Infedeli1 x2. Con maggior costanza i nativi della Georgia3, o gl’Ibernj, nelle foreste e nelle valli del monte Caucaso si mantennero; ma Arslan, e Malek

  1. Certamente che Dio fa vedere alcune volte subito, e chiaramente il suo castigo. (Nota di N. N.).
  2. Οι και Ιβεριαν ηαι Μεσοποταμιαν, και Αρμενοιαν οικουσι και οι την Ιουδαικην του Νεσορου και των Ακεφαλων θρησκεδουτιν αιρεσιν, quelli che abitano l’Iberia e la Mesopotamia, e l’Armenia, e quelli che seguono l’eresia giudaica di Nestorio, e degli Acefali. V. inoltre le osservazioni di Scilitzes a piè della pagina di Cedreno (t. II, p. 834), poichè le costruzioni equivoche di questo Greco non mi inducono tuttavia a credere che egli abbia confuso il Nestorianismo e l’eresia dei Monofisiti. Egli parla frequentemente di μενις, χολος, οργη Θεου, ira, bile, collera di Dio, qualità che mi sembrano appartenere a tutt’altro che ad un ente perfetto; ma la cieca dottrina del ridetto scrittore è costretta a confessare che una tal collera οργε, μενις etc., non tardò a percotere i Latini ortodossi.
  3. Se i Greci avessero conosciuto il nome di Georgiani (Stritter, Memoriae Byzant., t. IV, Iberica), io ne attribuirei l’etimologia all’agricoltura di questi popoli, come quella del Εκυθαι γεωδγοι, Sciti, Georgj (agricoltori) d’Erodoto (l. IV, c. 18, pag. 289, ediz. di Wesseling). Ma tal voce non rinveniamo nè fra i Latini (Giacomo di Vitry, Hist. Hierosol., c. 79, p. 1095), nè fra gli Orientali (d’Herbelot, p. 407), se non se dopo le crociate, e divotamente è stata tolta dal nome di S. Giorgio di Cappadocia.