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tre mogli e concubine, volendosi che fosse a bastanza pago di questo onorevole parentado.

Con Malek Sà la grandezza e l’unità dell’Impero turco si dileguarono, il fratello e i quattro figli di lui essendosi disputato il trono. Quel negoziato, onde si riconciliarono fra loro i competitori che alle accadute guerre civili poterono sopravvivere, separò dal rimanente dell’Impero la dinastia persiana, ramo primogenito, e principale della casa de’ Selgiucidi. I tre rami minori erano quelli di Kerman, di Sorìa e di Rum: il primo governava dominj estesi, ma quasi incogniti1 sulle rive dell’Oceano indiano2; il secondo scacciò i Principi arabi di Aleppo e di Damasco, e il terzo, che in questa parte di storia più ne rileva, invase le province romane dell’Asia Minore. All’ingrandimento di questi rami non lievemente contribuì la generosa politica di Malek, che avea permesso ai principi del suo sangue, fossero anche stati vinti nelle battaglie, il cercarsi novelli reami degni della loro ambizione: nè per vero dire incresceagli lo spacciarsi con tal grazia d’uomini inquieti e coraggiosi che la tranquillità del suo regno

  1. Sono essi conosciuti sì poco, che il De Guignes, dopo tutte le sue indagini, si è limitato a trascrivere (t. I, p. 244; t. III, part. I, p. 269, ec.) la storia, o piuttosto il registro de’ Selgiucidi di Kerman, qual trovasi nella Biblioteca orientale. Cotesta dinastia è sparita prima della fine del duodecimo secolo.
  2. Il Tavernier, solo forse tra i viaggiatori che sia andato sino a Kerman, ne descrive la capitale, come un grande villaggio caduto in rovina, situato in mezzo ad una fertile contrada distante di venticinque giorni da Ispahan, e ventisette da Ormus. (Voyages en Turquie et en Perse: p. 107-110).