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valle di Ben-Himmon, e verso il torrente di Cedron1? A qual pro guardare i precipizj di ostro e di levante, d’onde non aveano cosa da temere o sperare? Si attennero al partito di fare scopo principale d’assedio, le parti settentrionali e occidentali della città. Goffredo collocò il suo stendardo sulla prima eminenza del monte Calvario. Verso sinistra, e sino alla porta di S. Stefano, la linea degli assalitori prolungavano i due Roberti e Tancredi: nell’intervallo posto fra la rocca e il monte Sion, non più parte interna della città, il Conte Raimondo accampò. Nel quinto giorno i Franchi diedero assalto generale, mossi dalla fanatica speranza di rovesciare le mura, senza il ministerio di macchine, e di scalarle, privi di scale. L’impeto degli operati sforzi li fe’ padroni del primo steccato, ma poi respinti vennero con perdita fino al loro campo. Il troppo frequente abuso de’ pii stratagemmi avendo distrutta la possanza delle visioni e delle profezie, ognun si persuase che il valore, le fatiche e la perseveranza, erano le sole vie per conseguir la vittoria. L’assedio non durò più di quaranta giorni, ma furono quaranta giorni di stenti e di calamità. Per vero dire

  1. Gerusalemme non trae le sue acque che dal torrente di Cedron, asciutto durante la state, e dal picciolo ruscello di Siloè (Reland, t. I, p. 294-300). E nativi e stranieri, parimente lagnavansi dalla scarsezza di acque, incomodo che in tempo di guerra, i nemici si studiavano accrescere. Secondo Tacito, erano entro la città una fontana, che non inaridiva in veruna stagione, un acquidotto, e cisterne per raccogliere le acque che venivan dal cielo; l’acquidotto le ricevea dal ruscello Tekoe, o Etham, di cui parla anche Boadino nella vita di Saladino (p. 238).