Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XI.djvu/447

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dell'impero romano cap. lix 441

e le decime su i beni della Chiesa, ricognizioni e decime che il Pontefice talora concedeva ai Sovrani, talora per gli usi particolari della Santa Sede si riserbava1; e certamente questo tributo pecuniario2 dovette aumentare il fervore che per la liberazione di Terra Santa dimostravano i Papi. Dopo la morte di Saladino, continuarono essi, e per lettere, e col ministerio di missionari e Legati a predicar le Crociate; e lo zelo e l’ingegno d’Innocenzo III al buon esito della pietosa impresa erano favorevoli augurj3. Per opera di questo giovine ed ambizioso Pontefice, i successori di S. Pietro al massimo grado di lor grandezza pervennero; e durante il suo regno di diciotto anni, dominò con dispotica autorità sugli Imperatori e sui Re, che egli creava, a talento suo rimovea, e sulle nazioni che per le colpe dei loro governanti puniva, privandole, interi mesi ed anni, d’ogni esercizio del religioso lor culto. Fu soprattutto nel Concilio di Laterano che Innocenzo si comportò qual sovrano spirituale, e quasi padrone temporale dell’Oriente e dell’Occidente. Ai pie-

  1. Il Thomassin (Discipline de l’Eglise, t. III, p. 311-374) ha esaminato partitamente l’origine, gli abusi e le restrizioni di queste decime. Venne sostenuta per qualche tempo una opinione che facea le decime di legittimo diritto del Papa, come la decima del decimo de’ Leviti dovuta al gran Sacerdote, o Pontefice (Selden, sulle Decime: V. le sue Opere, vol. III, parte II, p. 1083).
  2. Il principale scopo de’ Papi, come risulta dalle loro lettere, fu il togliere a’ Maomettani Gerusalemme, ed il sepolcro di Gesù Cristo. (Nota di N. N.).
  3. V. Gesta Innocentii III, nel Muratori, Script. rerum ital., t. III, part. I, p. 486-568.