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444 storia della decadenza

po del primo Sinodo di Piacenza, tutte le ridette spedizioni la politica di Roma avesse condotte. Ma nè sulla realtà, nè sulla verisimiglianza, un tal sospetto è fondato. Le apparenze dimostrarono che i successori di S. Pietro secondarono, anzichè regolare l’impulso de’ costumi e delle pregiudicate opinioni di quelle età. Senza aver preveduta la stagione delle messi, senza essersi prese le cure del coltivare, colsero a lor tempo i frutti naturali della superstizione, ricolta che di pericoli e di fatiche per loro fu scevra. Nel Concilio di Laterano, Innocenzo annunziò in termini ambigui il disegno di animare col proprio esempio i Crociati; ma il nocchiero della Santa nave non potea abbandonarne il governale, nè alcun Pontefice romano consacrò colla sua santa presenza le spedizioni della Palestina1.

[A. D. 1228] Assuntisi i Papi la protezione immediata delle persone, delle famiglie, delle sostanze de’ pellegrini, quegli spirituali tutori si arrogarono ben tosto il diritto di regolarne le azioni, e di costringerli a mantenere i carichi che si erano addossati. Federico II2, pronipote di Barbarossa, fu successiva-

  1. Questa semplice idea è conforme al retto sentire del Mosheim (Inst. Hist. eccl., p. 332), e alla illuminata filosofia dell’Hume (Storia d’Inghilterra, v. I, p. 330).
  2. Per rinvenire i materiali di cui la storia della Crociata di Federico II è composta, vogliono essere consultati Riccardo di S. Germano nel Muratori (Script. rer. ital. t. VII, p. 1002-1013) e Mattia Paris (p. 286-291, 300-302, 304). I più ragionevoli fra i moderni sono Fleury (Hist. eccles., t. XVI), Vertot (Chev. de Malte, t. I, l. III), Giannone (Ist. Civ. di Napoli, t. II, l. XVI) e Muratori (Annali d’Italia, t. X).