Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XII.djvu/107

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dell'impero romano cap. lx 103

E vedendo Michele, che il potente Carlo d’Angiò, impadronitosi del Regno di Napoli, voleva rimettere sul trono di Costantinopoli Baldovino fuggito in Italia, mostrò accortamente disposizione al papa Clemente IV, che aveva ordinato un gran numero di crociate, e donato il regno di Napoli a Carlo, di riconoscere il primato de’ Papi, e di accomodarsi intorno le altre cose di dogma, e di disciplina, affinchè distornasse Carlo dal divisamento; e Gregorio X, successo a Clemente, colta la bella occasione, adunò a Lione un Concilio generale nell’anno 1274. Michele Paleologo vi mandò ambasciatori con lettere sue, e de’ vescovi greci, nelle quali era ammesso il filioque, in un col primato de’ Papi in tutto, e s’accordavano le altre cose credute e praticate in occidente; il Papa disse la Messa, e quando si venne al passo del Credimus etc., o Credo ec. di aggiuntaCostantinopoli, il Papa, e tutti i vescovi e preti greci e latini cantarono ad alta voce per tre volte il filioque, che il papa Leone III non aveva voluto, che si cantasse cinque secoli prima. Si accordò anche al Papa il diritto di giudicare in appellazione, ciò ch’era stato tanto fortemente negato dalla Chiesa cattolica della province d’Affrica nel quinto secolo, prima d’essere distrutta dai Vandali a dagli Arabi.
Cessati i bisogni di Michele e de’ Vescovi greci, lo scisma ritornò come prima. Poscia nell’anno 1438, il Papa Eugenio IV veneziano, combattendo col Concilio generale di Basilea, adunò l’altro Concilio generale di Firenze, e l’imperator Giovanni Paleologo, ridotto a misero stato in un co’ suoi vescovi, dalle vittoriose armate de’ Turchi, chiedendo soccorsi al Papa, ed ai Principi latini, propose ad Eugenio di aderire ad ogni cosa. Venne a Firenze col Patriarca di Costantinopoli, e con vent’un vescovi, e dopo lunghi contrasti per le espressioni del Decreto d’unione, fu esso scritto e sottoscritto ammettendo il filioque, il Primato, il Purgatorio, e le altre cose volute da Eugenio, che manteneva l’Imperatore, il Patriarca, i Vescovi greci; dava loro mensualmente danari, secondo il grado, e pagò il viaggio di venuta, e di ritorno. Il Vescovo greco<section end="s2" />