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148 storia della decadenza


[A. D. 1237-1261] I Latini di Costantinopoli1 trovandosi circondati, stretti d’ogni banda, la sola discordia e divisione de’ Greci e de’ Bulgari tardar ne potevano la rovina; ma la politica e la potenza militare di Vatace Imperator di Nicea, rendè vana quest’ultima loro speranza. Dalla Propontide fino alle rupi della Panfilia l’Asia godea giorni di pace e di prosperità sotto questo Sovrano, che ottenendo a mano a mano nuovi allori ne’ campi di battaglia, crescea di preponderanza in Europa. Scacciati i Bulgari dalle Fortezze situate nelle montagne della Macedonia e della Tracia, ridusse il loro reame a que’ limiti, fra i quali lungo le rive del Danubio oggidì è contenuto. Allorchè l’Imperatore de’ Romani si mostrò stanco di sopportare che un Duca di Epiro, un Principe Comneno dell’Occidente, pretendesse disputargli, di avere comuni seco lui gli onori della porpora; Demetrio, cambiato umilmente il colore de’ suoi calzari, accettò, mostrandosi grato, il titolo di despota; il quale atto di abbiezione, oltre alla inettezza nel governa-

    t. IX, p. 178, 179) mette il suo studio a distruggere la verità de’ fatti: ma l’Hume (Saggi, vol. II) con maggiore abilità e buon successo impadronendosi della batteria volta il cannone contra i nemici.

  1. Possono vedersi ne’ libri 3, 4, 5 della compilazione del Ducange, le perdite successivamente sofferte dai Latini; ma questo storico si è lasciato sfuggire molte circostanze che si riferiscono alle conquiste de’ Greci, e che giova il rintracciare nella più compiuta storia di Giorgio Acropolita, e ne’ tre primi libri di Niceforo Gregoras, due scrittori della storia bisantina, ai quali è toccata la buona sorte di avere per editori Leone Allazio a Roma, e Giovanni Boivin Membro della Accademia delle iscrizioni a Parigi.