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196 storia della decadenza

stata una fra le prime cure dell’Imperatore il restituire ai Nobili i palagi de’ loro antenati, tutti coloro che poterono offrire valevoli documenti, tornarono a trovarsi nel ricinto delle lor case, o almeno sugli spianati ov’esse stettero un giorno. Ma questi proprietarj essendo periti in gran parte, la maggiore eredità fu del fisco. Le sollecitazioni di Michele trassero gli abitanti delle province a popolare nuovamente Costantinopoli, ove i prodi Volontarj che l’aveano liberata, ottennero possedimenti. I Baroni francesi e le primarie famiglie, insieme coll’Imperatore, si erano ritirate. Ma una moltitudine paziente di oscuri Latini, affezionatasi al paese, alcun fastidio del cambiato padrone non si prendea. Anzichè privare delle lor fattorie i Pisani, i Veneti, i Genovesi, il saggio conquistatore, dopo avere da questi ricevuto il giuramento di fedeltà, protesse la loro industria, ne confermò i privilegi, e permise ad essi di conservare la loro giurisdizione e i lor magistrati. I Pisani e i Veneziani continuarono ad occupare i loro rioni a parte nella città; ma i Genovesi, più meritevoli degli altri di gratitudine per parte de’ Greci, eccitata ne aveano la gelosia; perchè la loro independente colonia che aveva sulle prime posta dimora ad Eraclea in un porto della Tracia, condiscese alla sollecitazione che li chiamava a popolare il sobborgo di Galata; ma la opportunità del sito essendo stata ad essi giovevole per rinvigorire il primitivo loro commercio non andò guari che la maestà dell’Impero di Costantinopoli ne sofferse1.

  1. V. Pachimero (l. II, 28-33), Acropolita (c. 88), Ni-