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304 storia della decadenza

le nazioni del Baltico e dell’Oceano tremarono all’avvicinare de’ Tartari1, che il timore e l’ignoranza dipigneano siccome enti di una natura diversa dagli uomini. Dopo la invasione degli Arabi accaduta nell’ottavo secolo, l’Europa non era mai stata esposta a pericolo di più grave calamità; e se i discepoli di Maometto opprimeano le coscienze e la libertà, qui v’era luogo a temersi che i truci pastori della Scizia annichilassero città, arti e tutte le istituzioni della civile società. Il Pontefice romano tentò una prova per ammansare e convertire questi indomabili Pagani, inviando loro alcuni frati dell’Ordine di S. Domenico e di S. Francesco. Ma a questi rispose il Gran Kan, che i figli di Dio e di Gengis erano muniti di potestà divina per sottomettere e sterminar le nazioni, e che nè anco il Papa sarebbe stato eccettuato dalla distruzion generale, a meno di portarsi in persona ad implorar supplichevole la clemenza dell’Orda Reale. Più coraggiose vie di salvezza immaginò l’Imperator Federico, che scrivendo ai Principi di Alemagna, al Re di Francia e di Inghilterra, e dipingendo con forti colori il comune pericolo, li sollecitò a mettere in armi tutti i lor vassalli per correre ad una giusta e ragionevol cro-

  1. Nell’anno 1238 gli abitanti della Gotia, oggidì Svezia, e della Frisia, per timore de’ Tartari, non osarono spedire le loro navi nelle acque inglesi alla pesca delle arringhe, che non venendo in quell’anno asportate fuori dell’Inghilterra si vendeano uno scellino per ogni quaranta o cinquanta (Mattia Paris, p. 396). Ella è cosa assai singolare che gli ordini di un Kan de’ Mongulli, il cui regno era ai confini della Cina, abbiano fatto abassare il prezzo delle arringhe ne’ mercati dell’Inghilterra.