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312 storia della decadenza

una formidabile sommossa contro Mengo-Timur, terzo Kan del Kipsak; ed ottenuta in maritaggio Maria figlia naturale di Paleologo, difese gli Stati del suocero e dell’amico. Quanto alle successive invasioni, queste non furono operate che dagli scorridori fuggiaschi, e da alcune migliaia di Alani e Comani, che, scacciati dalle loro patrie, e stanchi del vivere errante, al servigio dello stesso Imperator greco si posero. Tal fu per l’Impero greco l’invasione de’ Tartari nell’Europa: lungi dal turbare la pace dell’Asia romana, il primo terrore inspirato dall’armi loro contribuì ad assicurarne la tranquillità. Avvenne poi che il sultano d’Iconium sollecitò un parlamento con Giovanni Vatace, la cui artificiosa politica, avea persuaso ai Turchi il consiglio di difendere i lor confini contra il comune inimico1; confini che per vero dire non durarono lungo tempo, attesa la sconfitta e la cattività de’ Selgiucidi, che lasciò poi scorgere apertamente quanto deboli fossero i Greci. Perchè allor quando il formidabile Holagoù minacciò movere contro Costantinopoli a capo di un esercito di quattrocentomila uomini, il terror panico che si impadronì degli abitanti di Nicea, mostrò qual fosse lo spavento generale di tutta la Grecia. La cerimonia occidentale di una processione, in mezzo a cui ripeteasi la lugubre litania: mio Dio salvateci dal furor de’ Tartari, sparse tanto terrore nella città, che diede luogo alla falsa vociferazione di un assalto e di una strage fin d’allora accaduti. Vidersi coperte le strade di abitanti d’entrambi i sessi, accecati dallo

  1. V. G. Acropolita, pag. 36, 37, e Niceforo Gregoras, l. II, c. 6; l. IV, c. 5.