Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XII.djvu/346

Da Wikisource.
342 storia della decadenza

matrimonio, il giovine Manuele seguìto da cento giovani greci delle più illustri famiglie, si trasferiva a militare sotto gli ordini della Porta Ottomana. Questi si distinsero nell’armi fra gli eserciti di Baiazetto; ma l’impresa di riedificare le fortificazioni di Costantinopoli irritò il Principe ottomano, che minacciò i suoi ostaggi di morte. Vennero tostamente demoliti i nuovi lavori, e faremmo troppo onore alla memoria di Giovanni Paleologo, che poco dopo morì, coll’attribuire la sua morte al dolore di quest’ultima umiliazione.

[A. D. 1391-1425] Manuele con prontezza avvertito della morte del padre, fuggì di soppiatto e affrettatamente dal palagio di Bursa per trasferirsi a Costantinopoli e impossessarsi del trono. Baiazetto ostentando non curanza sulla perdita di questo prezioso ostaggio, proseguì le sue conquiste in Asia e in Europa, intanto che il nuovo Imperator di Bisanzo guerreggiava il nipote Giovanni di Selimbria, che difese per otto continui anni i suoi diritti legittimi di successione a quel poco avanzo d’Impero. Il vittorioso Sultano volea finalmente compir le sue imprese colla conquista di Costantinopoli; ma arrendendosi alle rimostranze del Visir, che temea fosse conseguenza di tale impresa una nuova e più formidabile Crociata di tutti i Principi della Cristianità, scrisse all’Imperator greco una lettera ne’ seguenti termini concepita. [A. D. 1395-1402] „Per la grazia di Dio, la nostra invincibile scimitarra ha ridotte sotto la nostra obbedienza, pressochè l’intera Asia, e una parte considerabile dell’Europa. Ne manca tuttavia la città di Costantinopoli; chè già tu sei ridotto a non possederne fuorchè i recinti; escine dunque, e consegnandola nelle nostre mani, spiegati sul