Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XII.djvu/348

Da Wikisource.
344 storia della decadenza

passò in rassegna nel vicino spianato, senza degnarsi di contare, o mettere in ordine di battaglia, comunque molti fossero, i Greci. Bastò il suo arrivo a liberare Costantinopoli dal blocco che dal lato di terra e di mare la rinserrava; perchè gli squadroni di Baiazetto furono presti a ritirarsi ad una riguardosa distanza; che anzi diverse Fortezze dell’Asia e dell’Europa vennero prese d’assalto dal Maresciallo e dall’Imperator Manuele che con eguale intrepidezza combattettero l’uno a fianco dell’altro; ma non tardarono a ricomparire in maggior numero gli Ottomani, onde il prode Bucicault, dopo esservisi sostenuto per un anno, risolvette di abbandonare un paese che non potea più somministrare nè stipendio, nè viveri a’ suoi soldati. Prima d’ogni altra cosa però offerse a Manuele di condurlo alla Corte di Francia, ove avrebbe potuto sollecitare in persona soccorso d’uomini e di danari, ma nel tempo stesso gli consigliava a togliere i pretesti alla guerra civile, cedendo il trono al nipote. Accettata questa proposta da Manuele, il Principe di Selimbria fu introdotto nella città, e la sciagura pubblica era giunta a tanto, che la sorte di Manuele esule parve da preferirsi a quella del giovine Imperatore tornato ne’ suoi diritti. Anzichè far plauso ai buoni successi del suo vassallo, il Sultano de’ Turchi chiese Bisanzo come sua proprietà, e avutone rifiuto dall’Imperatore Giovanni, fece soffrire alla Capitale i congiunti flagelli della guerra e della carestia. Contra un nemico di tal natura non giovando omai nè il pregar, nè il resistere, il selvaggio conquistatore sarebbesi divorata la sua preda, se in questo mezzo, non fosse stato balzato dal trono da un altro Selvaggio più forte di lui. La vit-