Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XII.djvu/382

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378 storia della decadenza

della quale abbiamo oggi giorno una traduzione francese, e da cui ho tolta e compilata la più verosimile relazione di questo memorabile avvenimento. Timur avvertito che il Sultano prigioniero stavasi all’ingresso della sua tenda, uscì per riceverlo, e fattolo sedere a sè vicino, nel volgergli giusti rimproveri, usò un tuono riguardoso, addicevole al grado e alla commiserazione che i disastri del vinto si meritavano: „Oimè! diceagli Timur; per colpa vostra i decreti del destino furono compiuti; è quella stessa rete che avete ordita; son le spine dell’albero che avete piantato. Io desiderava risparmiare, ed anche soccorrere il campione de’ Musulmani; voi avete sfidate le nostre minacce, sdegnata la nostra amicizia, costretto noi ad entrare ne’ vostri Stati a capo de’ nostri invincibili eserciti. Consideratene le conseguenze. Non ignoro la sorte che avevate riserbata a me e a’ miei soldati, se foste stato voi vincitore. Ma disdegno la vendetta; la vostra vita e il vostro onore sono sicuri; dimostrerò la mia gratitudine a Dio, usando clemenza all’uomo„. Il Sultano prigioniero manifestò alcuni segni di pentimento, si sommise all’umiliante dono d’una veste d’onore, e abbracciò colle lagrime agli occhi il figlio suo Musa che, cedendo alle preghiere di Baiazetto, Timur avea fatto ricercare; e trovato erasi sul campo di battaglia fra i prigionieri. I Principi ottomani vennero alloggiati in un magnifico padiglione, e il rispetto che lor tributavasi pareggiava la vigilanza con cui erano custoditi. Giunto lo harem di Bursa, Timur restituì al Monarca prigioniero la moglie Despina e la figlia; pretese però piamente che questa Principessa serviana, la quale fino allora avea professata la fede di Cristo, abbrac-