Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/122

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116 storia della decadenza

tinopoli fin dalla prima ora1 di questa memorabile giornata del ventinove maggio, si prolungarono sino all’ottava ora, in cui Maometto arrivò trionfante per la porta di S. Romano, accompagnato dai suoi Visiri, dai suoi pascià e dalle sue guardie; ciascun de’ quali, dice uno Storico bisantino, fornito della forza di Ercole e dell’agilità di Apollo, equivaleva a dieci uomini ordinarj in un dì di battaglia. Il vincitore2 si mostrò sorpreso da maraviglia all’aspetto magnifico e peregrino a’ suoi sguardi di quelle cupole, di que’ palagi di uno stile così diverso da quello dell’architettura orientale. Giunto all’Ippodromo, o Atmeidan, ne ferì gli sguardi la colonna de’ Tre Serpenti, e per dar prova di forza atterrò colla sua azza da guerra la mascella inferiore di uno di cotesti mostri3, che i Turchi credeano essere gl’idoli o i talismani della città. Sceso da cavallo dinanzi alla porta maggiore di S. Sofia, entrò nel tempio, monumento della sua gloria, che egli si mostrò tanto geloso di conservare, che, accortosi d’uno zelante musulmano inteso a rompere il pavimento di marmo, con un colpo di sciabola lo avvertì avere bensì conceduti ai suoi soldati il bottino e i prigionieri, ma riservati al Sovrano i pubblici e privati edifizj. La Metropoli della Chiesa d’Oriente venne tosto per ordine del Sultano convertita in Moschea.

  1. Faceasi uso a Costantinopoli del Calendario Giuliano che conta i giorni e le ore incominciando da mezza notte; ma qui sembra che Duca le conti dal nascere del Sole.
  2. V. gli Annali Turchi, pag. 329, e le Pandette di Leunclavio, p. 448.
  3. Ho già parlato di questo monumento singolare dell’antichità greca (V. il cap. XVII di quest’Opera).