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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/211

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dell'impero romano cap. lxix. 205

Leone IX, un ebreo ricco e fornito d’ingegno, abbracciò il Cristianesimo, e ottenne al Sacro Fonte l’onore di cambiare l’antico nome in quello del regnante Pontefice, suo patrino. Pietro figlio del medesimo, avendo mostrato zelo e coraggio nella causa di Gregorio VII, questo Papa gli concedè il governo del Molo d’Adriano, detto indi la Torre di Crescenzio, oggi giorno Castel S. Angelo. Numerosa prole ebbero il padre ed il figlio: le lor ricchezze radunate dall’usura passarono nelle più antiche tra le famiglie romane; e tanto crebbero i parentadi, e il loro influsso, che un nipote del convertito giunse ad assidersi sulla Cattedra di S. Pietro. Sostenuto dalla maggiorità del Clero e del popolo, regnò molti anni sul Vaticano col nome di Anacleto, e l’invilimento del titolo di Antipapa gli derivò soltanto dall’eloquenza di S. Bernardo e dal trionfo d’Innocenzo III. Dopo la caduta e la morte di Anacleto la famiglia di lui non comparisce più nella Storia, nè avvi fra i Nobili moderni chi volesse da ebraica prosapia discendere. Non è mio disegno il dar qui a conoscere le famiglie romane che si estinsero a diverse epoche, o quelle che fino ai nostri giorni sonosi mantenute1. La famiglia de’ Frangipani, contò

    cuni aspetti esser veri; ma piacerebbemi che fossero stati narrati freddamente prima di farne un argomento di rimprovero all’Antipapa.

  1. Il Muratori ha pubblicate due dissertazioni (41 e 42) su i nomi, i soprannomi e le famiglie d’Italia. La critica ferma e moderata di questo Storico può forse avere offesi alcuni Nobili che delle favolose loro genealogie superbiscono. Nondimeno poche once di oro puro vagliono meglio di molte libbre di metallo grossolano.