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dell'impero romano cap. lxx. |
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in ordine a ciò al giudizio di una nazione ragguardevole pe’ suoi lumi. Nondimeno oso sperare, o presumo, che gli Italiani non mettano a confronto una serie di Sonetti e di Elegie d’un andamento sempre uniforme e noioso, co’ sublimi componimenti dei loro epici Poeti, colla originalità selvaggia del Dante, colle regolari bellezze del Tasso, coll’inesausta varietà dell’inimitabile Ariosto. Mi vedo anche men atto a giudicare sul merito dell’amante, ed eccita in me poco interesse una passione metafisica concetta per una donna tanto vicina al chimerico, che si è dubitato se vi sia stata1; sì feconda2 che mise al Mondo undici figli legittimi3, mentre il suo spasimato cantava e disacerbava i suoi amorosi affanni
- ↑ L’opinione di coloro che voleano Laura essere solamente un personaggio allegorico, prevalse nel secolo decimoquinto, ma i circospetti Comentatori non s’accordavano, volendo alcuni che Laura fosse la Religione, altri la Virtù, e persino la Santissima Vergine, ec. V. le Prefazioni del primo e secondo volume dell’abate di Sade.
- ↑ Laura di Noves, nata verso l’anno 1307, nel gennaio del 1325, sposò Ugo di Sade, gentiluomo di Avignone, che fu geloso, ma non, a quanto sembrò, per effetto di amore, perchè contrasse novelle nozze, sette mesi dopo la morte di Laura, accaduta nel 6 di aprile 1348, ventun anni esattamente dal dì, che Petrarca, vedendola per la prima volta, si accese d’amore per lei.
- ↑ Corpus crebris partubus exhaustum: l’abate di Sade, biografo del Petrarca, e sì ardente di zelo e d’affetto per questo Poeta, discende in decimo grado da un figlio di Laura. Gli è verisimile essere questo il motivo che gli ha suggerito il disegno della sua Opera, e lo ha fatto sollecito di rintracciare tutte le particolarità di una Storia sì rilevante per la vita e la fama della sua progenitrice (V. soprattutto il tom. I, p. 123-133, note, p. 7-58, e il t. II, p. 455-495, note, p. 76-82).