Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/256

Da Wikisource.
250 storia della decadenza

Il popolo entrando a parte del cordoglio di queste pie vergini, e pentitosi del proprio furore, detestò l’indecente gioia di Rienzi che andò a visitare il luogo ove quelle illustri vittime avean ricevuta la morte. Su quel terreno medesimo concedè al proprio figlio gli onori della cavalleria: ciascun de’ Cavalieri della sua guardia percosse con lieve colpo il giovane neofito, e qui si stette tutta la cerimonia; l’abluzione del novizzo, ridicola quanto inumana, fu fatta entro uno stagno ancor tinto del sangue dei Nobili di Roma1.

[A. D. 1437] Un lieve indugio avrebbe salvati i Colonna; un mese dopo il suo trionfo, il Rienzi venne scacciato da Roma. Imbriacato dalle sue vittorie, perdè quelle poche virtù civili che gli rimanevano ancora, e le perdè senza essersi acquistata la fama di un abile guerriero. Sorse contro di lui una fazione ardita e vigorosa entro il recinto stesso di Roma, e quando, in pubblica assemblea2, pose i partiti per creare una nuova imposta e per dar norme al governo di Perugia, trentanove Membri l’opinione di lui combattettero. Si volle accusarli di perfidia e di corruzione, ma respingendo questi l’accusa, e obbli-

  1. Il Petrarca scrisse alla famiglia Colonna una lettera piena di ricercatezza e di pedanteria (Fam., l. VII, epist. 13, p. 682, 685). Vi si vede un’amicizia annegata in mezzo al patriottismo. Nulla toto orbe principum familia carior; carior tamen respublica, carior Roma, carior Italia.

    Je rends graces aux Dieux de n’être pas Romain„.

  2. Polistore, autore contemporaneo che ha conservati molti fatti originali, nè privi di vezzo per gli eruditi (Rer. Ital., t. XXV, c. 31, p. 798-804), accenna oscuramente questa assemblea, e le opposizioni che trovò il Rienzi nella medesima.