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dell'impero romano cap. lxx. |
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rendè favorevoli gli Spagnuoli a Benedetto XIII, loro concittadino (Pietro De Luna). [A. D. 1414-1418] Gl’inconsiderati decreti del Concilio di Pisa soggiacquero a riforma per la convocazione del Concilio di Costanza; Concilio, ove l’Imperator Sigismondo sostenne rilevantissima parte, come avvocato o protettore della cattolica Chiesa; Concilio che pel numero e la dignità degl’individui d’Ordine civile ed ecclesiastico, dai quali venne composto, sembrò piuttosto l’adunata degli Stati generali d’Europa. Fra i tre competitori, la prima vittima fu Giovanni XXIII, che imputato di gravi colpe, tentò una fuga, ma venne ricondotto prigioniero; si cercarono palliamenti alle più scandalose di tali accuse, perchè questa volta il Vicario di Gesù Cristo non veniva incolpato di minori indegnità che di pirateria, assassinj, stupri, incesto e sodomia; poi dopo avere egli stesso riconosciuta giusta la sua condanna, espiò in un carcere l’imprudenza d’essersi creduto sicuro in una città libera di là dall’Alpi. Gregorio XII, la cui giurisdizione al ricinto di Rimini si era ristretta, scese con più onore dal trono; perchè l’Assemblea, in mezzo a cui rassegnò il titolo e l’autorità di legittimo Papa, era stata dal suo Ambasciatore medesimo convocata. Quanto a Benedetto XIII, per vincere la pertinacia di lui e de’ suoi partigiani, dovette l’Imperatore imprendere un viaggio da Costanza a Perpignano. Finalmente i Re di Castiglia, di Aragona, di Navarra e di Scozia avendo ottenuto un onorevol Trattato, Benedetto fu, col consenso degli Spagnuoli, rimosso dal Trono; a questo vecchio però che non facea più timore a nessuno, fu lasciato il conforto di scomunicare, da starsene nel suo solitario Castello, due volte al giorno