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decimosesto alla metà del successivo. La politica religiosa della Corte di Spagna proteggeva e dominava il Vaticano; e i pregiudizj e l’interesse del Re Cattolico lo rendeano in tutte le occasioni propenso a sostenere il Principe contro il popolo; e in vece d’incoraggiamenti, soccorsi e asilo, che fino allora gli Stati vicini aveano offerti agli amici della libertà e ai nemici delle leggi, si videro questi d’ogni parte rinchiusi tra i ceppi del dispotismo. L’educazione e la consuetudine dell’obbedienza soggiogarono, col volger degli anni, lo spirito turbolento della Nobiltà e delle comuni di Roma, i Baroni dimenticarono le guerre e le fazioni de’ loro antenati, e il lusso e il Governo li dominarono compiutamente. In vece di sostenere una turba di partigiani e satelliti, impiegarono le proprie rendite a quelle spese che, moltiplicando i diletti al proprietario, ne diminuiscono la possanza1. I Colonna e gli Orsini non lottarono d’allora in poi che sulla decorazione de’ lor palagi e delle loro cappelle; e la subitanea opulenza delle famiglie pontificie pareggiò o superò l’antico loro splendore. Non si odono più in Roma nè le voci della discordia, nè quelle della libertà; e in vece di uno spumoso torrente, essa non presenta ora che un lago uniforme e stagnante.

La dominazione temporale del Clero è sempre

  1. Il dottore Adamo Smith (Wealth of Nations, vol. I, p. 495-504) spiega in ammirabile guisa il cambiamento dei costumi e le spese che trae seco il progresso della civiltà. Forse dimostra con troppa acredine, che le mire le più personali ed ignobili hanno partoriti gli effetti i più salutevoli.