Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/32

Da Wikisource.
26 storia della decadenza

deluderete le loro speranze e lascierete andar la fortuna? ad essi, al vostro Dio, e ai Cristiani vostri fratelli obbligaste la vostra fede; questo primo obbligo annulla un giuramento imprudente e sacrilego che avete fatto ai nemici di Gesù Cristo, del quale il Papa in questo Mondo è Vicario. Voi non potevate legittimamente nè promettere, nè operare senza la sanzione del Pontefice. In nome di lui santifico le vostre armi e vi sciolgo dall’essere spergiuri. Seguitemi per tanto nel cammino della gloria e della salute; e se vi rimane ancor qualche scrupolo, rovesciatene sopra di me la colpa e il gastigo„. L’incostanza, indivisibile mai sempre dalle popolari assemblee, e il sacro carattere del Legato avendo rinvigoriti questi funesti argomenti, fu risoluta la guerra in quel luogo medesimo ove dianzi era stata giurata la pace; e quasi adempiessero il Trattato, i Cristiani assalirono i Turchi, che poterono allora con più giustificato motivo chiamarli infedeli. Le massime di quella età palliarono lo spergiuro di Ladislao, del quale avrebbero fatta in allora compiuta scusa il buon esito e la liberazione della Chiesa latina; ma quel Trattato medesimo che dovea legare la sua coscienza, lo aveva diminuito di forze. I volontari alemanni e francesi, appena udito promulgare la pace, si erano ritirati con indignazione. I Polacchi erano stanchi di continuare in una spedizione sì lontana dai loro paesi, e malcontenti fors’anche di obbedire a Capi stranieri; onde i Palatini si affrettarono a valersi della permissione avuta per tornare nelle proprie province o castella. I dispareri s’introdussero fra gli stessi Ungaresi, ned è inverisimile che una parte di questi fosse da lodevoli scrupoli trattenuta;