Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/37

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dell'impero romano cap. lxvii. 31


Non so risolvermi ad abbandonare il campo di Warna senza offrire ai leggitori un saggio del carattere e della Storia de’ due primarj personaggi di questa impresa, Giovanni Uniade, e il Cardinale Giuliano. Giuliano Cesarini1, uscito di nobile faglia romana, avea fatti i suoi principali studj sull’erudizion de’ Greci e de’ Latini, e possedè tal pieghevolezza d’ingegno, per cui comparve splendidamente nelle scuole, alla Corte, e ne’ campi. Vestita appena la porpora romana, ebbe l’incarico di trasferirsi in Alemagna, per chiedere all’Impero un soccorso d’armi contra i ribelli e gli eretici della Boemia. La persecuzione è indegna d’un Cristiano; la professione dell’armi non si addice ad un Sacerdote; ma le costumanze de’ tempi scusavano la prima, e Giuliano nobilitò l’altra colla intrepidezza che mostrò rimanendo solo ed impavido in mezzo alla vergognosa sconfitta degli Alemanni. Come Legato del Pontefice aperse il Concilio di Basilea, ma Presidente di questa adunanza, si diè ben tosto a divedere campione zelantissimo dell’ecclesiastica libertà, e sostenne sette anni, con zelo ed intelligenza, l’opposizione mossa alle pretensioni pontificie. Autore de’ più vigorosi espedienti che vennero presi

    v. quanto al teatro della guerra del secolo XV un Trattatello di Felice Petancio, Cancelliere di Segnia (ad calcem Cuspinian. de Caesaribus, p. 716-722).

  1. Il sig. Lenfant ne fa conoscere l’origine del Cardinale Giuliano (Hist. du concil. de Bâle, t. I, p. 247, ec.) e le guerre da esso fatte in Boemia (p. 515, ec.). Spondano e il Continuatore di Fleury raccontano, secondo le circostanze, i servigi da esso prestati a Basilea ed a Ferrara, e l’infausto fine che ebbe.