Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/63

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dell'impero romano cap. lxviii. 57

soldatesche le province dell’Asia; e dopo avere umiliato l’orgoglio de’ Caramani, ne accettò la sommessione, affichè non gli dessero impaccio ad eseguire imprese di maggior conseguenza1.

[A. D. 1451] I Casisti musulmani, e soprattutto turchi, avean deciso non potere i Fedeli tenersi obbligati da una promessa contraria agl’interessi e ai doveri di lor religione, ed essere in facoltà del Sultano l’annullare i Trattati fatti da lui e da’ suoi predecessori; privilegio immorale, che la giustizia e la magnanimità di Amurat avea disdegnato. Ma l’ambizione persuase al figlio di Amurat, il più orgoglioso di tutti gli uomini, la bassezza di discendere agli artifizj della dissimulazione e della perfidia. Colla pace sul labbro e colla guerra nel cuore, ei non pensava che ad impadronirsi di Costantinopoli, e a rompere co’ Greci; i Greci stessi gliene somministrarono imprudentemente il pretesto2. I greci Ambasciatori, ai

  1. V. l’avvenimento di Maometto II al trono, in Duca (c. 33), in Franza (l. I, c. 33; l. III, c. 2), in Calcocondila (l. VII, p. 199) e in Cantemiro (p. 96).
  2. Prima di descrivere l’assedio di Costantinopoli, noterò che, ad eccezione di poche cose dette per incidenza da Cantemiro e dal Leunclavio, non ho potuto intorno a questo avvenimento procurarmi alcuna relazione fatta dai Turchi, nè alcun racconto che stia a petto di quello della presa di Rodi eseguita da Solimano II (Mém. de l’Acad. des Inscript., t. XXVI, p. 723-769). Ho dovuto quindi fidarmi de’ Greci, i cui pregiudizj in questa occasione si trovano in qualche modo diminuiti dalle angustie del momento. Seguirò soprattutto Duca (c. 34-42), Franza (l. III, c. 7-20), Calcocondila (l. VIII, p. 201-214) e Leonardo di Chio (Historia C. P. a Turco expugnatae, Norimberga, 1544, in 4.); l’ultimo di questi racconti è il più antico, perchè porta la data